lunedì 28 giugno 2010

chi semina...

Non ci sembra vero ma oggi abbiamo finalmente mangiato le zucchine del nostro orto! Gli orti qui in zona non sono andati benissimo, sia per il clima abituale, sia per questa estate un po' anomala. Abbiamo piantato e seminato, fatto riscaldare l'acqua al sole prima di utilizzarla per annaffiare, zappettato per far respirare le radici, ed atteso... Certo noi siamo degli "absolute beginners" per cui non ci aspettavamo risultati sorprendenti ma è anche vero che il tempo metereologico non è stato dalla nostra parte. Alcune piantine sono cresciute pochissimo, altre sono morte, altre come l'insalata sono letteralmente sparite (ma in questo caso il tempo c'entrava poco). Il basilico, per cui mi immaginavo già di condire dei bei piatti di linguine al pesto, è riuscito a fatica a sopravvivere ed è un ciuffetto di foglie su di un ramo quasi stecchito. Ma finalmente oggi abbiamo raccolto due zucchine e qualche foglia di prezzemolo, che con un po' di uova si sono trasformate in una bella frittata gradita da tutta la famiglia. Riusciremo all'inizio dell'autunno a mettere insieme un vero minestrone? Non ci resta che attendere!

martedì 22 giugno 2010

carciofo e cavolfiore

Quando ho conosciuto Carciofo io parlavo male il francese e lui male l'italiano, ma incredibilmente mi sentivo capita più da lui che da tanti altri. I nostri dialoghi adesso si svolgono prevalentemente in italiano ma l'influenza del francese si fa sempre sentire ed a volte quello che ci diciamo potrebbe apparire incomprensibile ai più. Quello che spero è che risulti comprensibile a Patata ma per il momento pare che ci si capisca bene tutti e tre (con rari momenti di incomprensione). Insomma lui era un tipo romantico ma come solo un uomo sa esserlo. Per chiamarmi con un appellativo carino gli venne in mente "chou-fleur" (cavolfiore). "Ma non puoi chiamare una donna 'Cavolfiore'!" - "Ah no? E perché?" - "Perchè il cavolfiore puzza!" - "Ma no, il cavolfiore è buonissimo!" Be' mi sembrava giusto: quella era la sua logica, una logica maschile. Perché criticare? "Vabbè allora io ti chiamo Carciofo!" - "Perché?" - "Anche il carciofo è un fiore ed è buonissimo...". E così è iniziata la nostra passione per gli... ortaggi!

sabato 19 giugno 2010

cento di questi giorni

è quello che mi sono detta questa mattina alle 6.00, mentre Patata poppava felicemente, dopo tre giorni di sciopero della fame. Ne vorrei anche più di cento ma se fossero anche solo cento non mi dispererei come ho fatto in questi giorni. Patata è stata male, per la prima volta ha avuto la febbre ed io per la prima volta mi sono trovata a fronteggiare il malessere di una bimba così piccola che non è capace di parlare. E' stata dura per me, ma la parte più dura è stata quando non si attaccava più al seno. Il nostro allattamento era partito male ma poi si è ripreso alla grande. Inoltre quando è iniziato lo svezzamento, ho lasciato che fosse lei a scegliere come mangiare e quindi il latte è rimasto ancora il suo alimento principale. Tolto questo era come se non avessi più nulla da offrire. E sono andata in panico. In panico perché non si alimentava e non si idratava, in panico perché avevo paura di perdere il latte, in panico perché infine rischiavo anche un ingorgo. Tre giorni difficili, di tiralatte, di acqua col cucchiaino, di pianti e di lunghissimi sonni per stanchezza e debolezza. Ma infine stamattina si è svegliata ed ha avuto fame: ed ha cercato il seno! Per cui ho pensato che anche se ancora cento giorni di latte di mamma sono pochini, adesso che Patata ha quasi 8 mesi sarebbero comunque sufficienti, per cui: cento di questi giorni (ma anche di più)!

mercoledì 2 giugno 2010

compro o non compro?

Prima che nascesse Patata facevo una lista mentale di ciò che mi sarebbe servito o addirittura leggevo le liste delle altre per trarne ispirazione. Poi da qualche parte ho letto un suggerimento illuminante ossia di non comprare nulla o quasi nulla perché: qualcosa lo avremmo ricevuto in regalo, qualcosa in prestito, qualcosa sarebbe passato dalle mani di una amica o parente alle nostre, molte cose avremmo scoperto (forse un po' tardi) essere inutili, molte altre le avremmo utilizzate ma davvero per poco. E così è stato. A parte i pannolini lavabili che nell'immaginario della gente non sono certo un regalo da fare ad un neonato (e perché poi?) non abbiamo comprato nulla o quasi nulla perché tutto ci è stato regalato e al momento opportuno. Anche adesso, con la sua crescita e le sue nuove esigenze, mi capita di pensare: lo compro o non lo compro? E la risposta il più delle volte è: no. No perché capita sempre che qualcuno te lo regali, no perché puoi sempre trovare qualcosa di adatto o adattato che lo sostituisca, no perché i bambini a questa età ancora si accontentano di cose che non costano nulla, come una pigna o un rotolo di carta con cui giocare. Per cui ancora una volta non compro. Quindi mi godo questa felice parentesi e penso al giorno in cui andrà a scuola...